Differenze fra i sessi nello sviluppo del linguaggio e del cervello

 

 

DIANE RICHMOND

 

 

 

NOTE E NOTIZIE - Anno XV – 13 ottobre 2018.

Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a notizie o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società, la sezione “note e notizie” presenta settimanalmente lavori neuroscientifici selezionati fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento è oggetto di studio dei soci componenti lo staff dei recensori della Commissione Scientifica della Società.

 

 

[Tipologia del testo: RECENSIONE]

 

Col procedere degli studi condotti con metodologie diverse e l’accumularsi di dati non sempre omogenei, la reale estensione delle differenze fra maschi e femmine nello sviluppo neurocognitivo delle abilità di comunicazione sembra divenire meno chiara; pertanto, Etchell e colleghi hanno condotto una revisione sistematica delle pubblicazioni scientifiche in questo campo, riuscendo a fare il punto delle conoscenze attuali.

(Etchell A., et al. A systematic literature review of sex differences in childhood language and brain development. Neuropsychologia 114: 19-31, 2018).

La provenienza degli autori è la seguente: Department of Psychiatry, University of Michigan, Ann Arbor, MI (USA); college of Arts and Sciences, University of North Carolina at Chapel Hill (USA); Department of Communication Sciences and Disorders, Georgia State University (USA).

Gli esiti contrastanti della ricerca sulle differenze fra i sessi nello sviluppo cerebrale non consentono un facile orientamento per i progetti che tendono a stabilire la differente incidenza di disturbi nell’età evolutiva. L’influenza degli ormoni non si è rivelata una pista affidabile, e la peculiarità di genere nello sviluppo di alcune strutture non mostra alcun significato funzionale comprensibile. Dato per assunto che gli sviluppi della ricerca sui disturbi genetici del linguaggio, soprattutto per ciò che concerne le differenze legate al sesso nella regolazione dell’espressione genica e nelle manifestazioni cliniche (si pensi a FOXP2), chiariranno in futuro molti aspetti del rapporto fra genetica e dinamiche neuroevolutive, si cerca attualmente di dedurre qualche dato dalle differenze rilevabili in sistemi molecolari cerebrali che prendono parte allo sviluppo.

Lo scorso 5 ottobre su Neuroimage[1] è stato pubblicato uno studio che ha indagato le differenze sessuali nel sistema endocannabinoide (EC) che, oltre ad intervenire nelle funzioni del sistema a ricompensa, nei ritmi corticali e nella sensibilità allo stress, svolge un ruolo importante nello sviluppo dell’encefalo e in varie forme di plasticità neurale, soprattutto attraverso sub-tipi del recettore CB1 (CBR1). In precedenza, studi animali hanno dimostrato un’importante interazione fra sistema EC e ormoni sessuali, e una specificità di genere nei recettori delle strutture cerebrali superiori dei maschi, mentre gli studi in vivo delle differenze sessuali nell’uomo hanno presentato discrepanze nei risultati. In questo studio, le differenze fra sessi nella disponibilità dei recettori CB1 sono state indagate in vivo mediante un tracciante rilevato con la tomografia ad emissione di positroni (PET). I risultati mostrano notevoli differenze fra maschi e femmine, di gran lunga superiori a quelli attesi, ma il loro valore rimane incompreso, anche se gli autori dello studio suggeriscono una relazione con la working memory (WM).

Etchell, con sei colleghi, ha condotto un’analisi approfondita delle pubblicazioni scientifiche più significative e recenti sull’argomento delle differenze fra i sessi nello sviluppo delle facoltà comunicative, in particolare esaminando studi su struttura cerebrale e funzioni rilevanti per il linguaggio durante l’età evolutiva. Sono state consultate le due banche-dati PubMed e Scopus, e sono state selezionate 46 pubblicazioni corrispondenti al criterio appena indicato.

Alcuni risultati si possono schematizzare in estrema sintesi:

1)      differenze sessuali nella struttura del cervello o nella funzione non necessariamente portano a differenze nella prestazione al compito di linguaggio osservato;

2)      le reali evidenze di differenze fra maschi e femmine nello sviluppo di cervello e linguaggio sono molto limitate.

3)      quando presenti, le differenze sessuali spesso interagiscono con una varietà di fattori, fra i quali l’età e il tipo di prova.

Soprattutto, è emerso che l’entità del dimorfismo sessuale delle traiettorie di sviluppo associate con il linguaggio non è tanto significativa quanto si era ipotizzato in passato.

In ogni caso, le differenze sessuali sono state trovate negli studi che hanno impiegato uno spettro di età più ristretto. Da questa osservazione si può dedurre che gli elementi discordanti fra i sessi possano essere marcati in certi stadi dello sviluppo e trascurabili in altri stadi, verosimilmente per tassi di maturazione differenti fra maschi e femmine.

Ancora molto lavoro di ricerca è necessario perché si possa comprendere come le differenze fra i generi possano nascere per effetto dell’azione degli ormoni sessuali e degli stadi di sviluppo, e come queste differenze possano portare alle differenti prestazioni nei vari compiti di linguaggio presi in esame. Ci si attende che tali studi forniscano, con precisi dati fisiologici, il quadro dello sviluppo normale, da utilizzare per la comprensione dei tratti patologici nelle numerose sindromi che interessano lo sviluppo, sia nella loro entità temporale sia nell’aspetto qualitativo delle alterazioni delle abilità comunicative. Si ricorda, infine, che tali disturbi neuroevolutivi interessano i maschi in una percentuale più elevata, e più spesso nei maschi è alterato lo sviluppo del linguaggio.

 

L’autrice della nota ringrazia la dottoressa Isabella Floriani per la correzione della bozza e invita alla lettura delle recensioni di argomento connesso che appaiono nella sezione “NOTE E NOTIZIE” del sito (utilizzare il motore interno nella pagina “CERCA”).

 

Diane Richmond

BM&L-13 ottobre 2018

www.brainmindlife.org

 

 

 

 

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[1] Laurikainen H., et al. Neuroimage – Epub ahead of print doi: 10,1016/j.neuroimage.2018.10.013, 2018.